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Un antico proverbio Hopi recita: “Coloro che sanno raccontare una storia governano il mondo”.

Nella nostra epoca, si può presumere che governerà il mondo chi arriverà a controllare tutti i mezzi con cui si produce l’informazione, come ci ricorda Bruno Ballardini, parlando delle false narrazioni legate all’Afghanistan.

Cosa significa essere espertǝ in marketing etico secondo noi.

Doctor Meta e i/le suoi/sue collaboratori e collaboratrici si formano nel terzo settore e qui formano i loro skills in comunicazione, blogging, grafica, eventi e molto altro. Tra le associazioni e le reti, nei paesi in via di sviluppo e in Europa, tra persone povere per problemi di razzismo, e altre (quando non le stesse) discriminate per questioni di omotransfobia, raccontando di crisi economiche e organizzando mercati di economia solidale… qui hanno imparato a scrivere, a raccontare, a fotografare, a filmare, a organizzare eventi culturali che parlassero di tematiche attuali.

Ognunə cercando di creare occasioni oppure di partecipare alla storia, convintǝ come il popolo Hopi, che è attraverso il racconto e il punto di vista di un osservatore attento e di una osservatrice con occhio critico che la realtà, filtrata e rap-presentata, è tramandata a chi non c’era. Ed è fondamentale raccontarla bene, far luce sui punti oscuri e meno appariscenti, per far sì che il racconto sia il più possibile libero all’interpretazione di chi legge. Se questo è ciò che si intende per comunicazione.

Marketing etico è qualcosa di diverso dai fenomeni sempre più diffusi nel marketing di “pinkwashing”, “greenwashing” e “rainbowwashing

Questi termini richiamano a tutte quelle pratiche e strategie pubblicitarie adottate da imprese ed istituzioni che strumentalizzano le tematiche femminili, dell’ambiente e LGBT+ con l’intento di apparire friendly e solidali per ottenere consenso tra determinati target di pubblico.

Sono diversi i modi in cui si possono, nel “rainbowwahshing” per esempio, utilizzare i simboli della comunità LGBT+ per scopi pubblicitari. Accostare i colori dell’arcobaleno agli elementi visivi del brand, aggiungere arcobaleni nel logo, negli store, sul packaging o sui prodotti, mostrarsi sostenitori/trici della comunità sui social media, condividendo frasi come “love is love”: sono tutti segnali che un’impresa sta “schirandosi” a favore della comunità LGBT+ per un qualche scopo, solitamente economico.

Questa pratica si appropria della simbologia LGBT+, senza necessariamente prevedere l’adozione ad es. di politiche aziendali inclusive, e rischiando di indebolire la forza e il messaggio legati a tali simboli.

Per questo si parla di rappresentazione del mondo LGBT+, come di quello ambientalista o femminista, nei casi di “greenwashing” e “pinkwashing”

Al giorno d’oggi, la rappresentazione è vista come la chiave per raggiungere giustizia sociale, equità, inclusione, multiculturalismo, etc. Questa forma di rappresentazione si rivela spesso, altresì, una politica di facciata che maschera gli stessi sistemi e strutture d’oppressione che sono alla base delle disuguaglianze che tale rappresentazione intenderebbe combattere. La cultura pop mainstream odierna seleziona un numero ristretto e simbolico di persone facenti parte di uno specifico settore sociale poco rappresentato.

Questa fornisce loro accesso a posizioni lavorative o politiche, visibilità nella pubblicità, spazi rilevanti nella cultura. E in questo modo dà una sensazione di inclusione e diversità, insabbiando nel frattempo la discriminazione istituzionalizzata. Il problema maggiore quando si parla di rappresentazione, quindi, è che questa aiuta a mascherare problemi come classismo, razzismo e omotransfobia, ovvero le stesse cause della mancanza di rappresentazione. Anziché cercare una reale soluzione alle diseguaglianze le grandi aziende e i media, ma anche i governi, si auto compiacciono. Questo permette a questi attori di accrescere il consenso e, quindi, i fatturati per il fatto di star fornendo simboli, spazi e piattaforme a gruppi sociali altrimenti marginalizzati.

Cosa significa essere espertǝ in marketing etico?

Doctor Meta si rivolge a realtà di volontariato, associazionismo e terzo settore, ma anche a quei/quelle professionistǝ, come psicoterapeutǝ, guide turistiche, artistǝ, espertǝ di medicina olistica, insegnanti etc. A coloro che vogliono farsi conoscere e raccontare le proprie attività nell’economia etiche del benessere reale.

Con le sue competenze di social ads, grafica, fotografia e comunicazione a 360 gradi, produce contenuti che interessino i pubblici interessati per offrire loro esperienze, corsi, eventi e molto altro. Attività che possano arricchire le persone dal punto di vista di crescita personale e la società da punto di vista sociale, culturale ed economico. L’adesione a una causa sociale, la partecipazione a un’esperienza di turismo di prossimità, l’accrescimento della propria cultura o del proprio benessere psico-fisico, sono tutte attività che giovano al benessere della persona e, quindi, dell’intera collettività.

L’impatto del benessere reale su ciò che ci circonda interessa al marketing etico

Una persona che si è voluta bene ed è diventata “sana”, può curare un’intera famiglia. Un adolescente con ideali è meno indotto a cadere vittima di dipendenze. Un adulto che studia una lingua per viaggiare o perché ha un/una partner stranierǝ, sceglie di aprire la sua mente all’accoglienza del diverso. Un’agricoltrice che produce frutta e verdura a km0 rispettando l’ambiente, fa girare l’economia locale ed è indice di sostenibilità. Un progetto che si rivolge alle persone sole e anziane riduce la solitudine di chi ha vissuto prima di noi.

Doctor Meta crede nella comunicazione perché crede nella progettazione e nella possibilità che ognuno possa, con il proprio impegno, cambiare sé stessǝ e ciò che lǝ circonda in qualcosa di migliore per tuttǝ.

Una buona idea deve essere conosciuta da più persone possibile, per dare a tutti e tutte la possibilità di aderirvi, di sostenerla o anche soltanto di sapere che è stata pensata.

Siamo qui per dare voce alle vostre buone idee che abbiano l’ambizione di diventare punti di riferimento per chi spera in un mondo migliore. Con meno sofferenze e meno guerre.

Ecco cosa significa essere espertǝ in marketing etico.

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