Hai già visto il video in cui Mark Zuckerberg, presenta Meta e il Metaverso?
Il Metaverso di Zuckerberg è un ambiente sociale e connesso in cui gli e le utenti sperimenteranno un nuovo tipo di interazione. Per certi versi ricorda Second Life, il mondo virtuale lanciato dalla Linden Lab nel 2003, un anno prima dell’avvento di Facebook.
Chi si ricorda di The Sims, quel gioco virtuale con infinite possibilità di personalizzare il proprio avatar e la realtà che l circonda? In The sims l’utente entra con il suo avatar ed esplora scenari creati da altri utenti o ne crea di nuovi. Beh, il nuovo Metaverso non sembra essere così diverso. Nel video Zuckerberg spiega infatti che
la qualità distintiva del Metaverso sarà una sensazione di presenza, come di essere lì con le altre persone
Mark Zuckerberg
usando lo stesso concetto che avevano usato i media quando parlavano di Second Life.
Il metaverso di Facebook dovrebbe avvalersi di strumenti come il visore per la realtà virtuale e aumentata, Oculus e chissà quali altre tecnologie. Ma siamo davvero pronti/e a integrare queste tecnologie nella nostra quotidianità?
Su internet si trovano già alcuni articoli sul tema, che raccontano le prime esperienze di chi “viaggia” nella nuova realtà aumentata.
NEW YORK — Taylor si è ferito a una mano nel suo appartamento in Florida quando, menando fendenti mentre combatteva in un incontro di boxe nella realtà virtuale, ha tirato un pugno contro un telaio di acciaio. Sua moglie Lauren è intervenuta e lo ha curato amorevolmente. La stessa è stata meno comprensiva quando, qualche settimana dopo, quando Taylor ha frantumato un vaso di cristallo durante una partita virtuale di tennis. Da quel giorno Lauren ha spedito Taylor in una palestra reale, dove a tennis si gioca con racchette in carbonio e palline di gomma e feltro. Ai due poteva andare peggio, ma fortunatamente ulteriori danni sono stati rapidamente prevenuti facendo un passo indietro, nella “realtà reale”.
GRAN BRETAGNA – una donna tutt’altro che sprovveduta è entrata col suo avatar nel gioco virtuale Horizon Worlds appena messo sul mercato da Meta. La protagonista,, vicepresidente con responsabilità della ricerca sul Metaverso, di una società delle tecnologie virtuali, è stata virtualmente assalita, violentata e insultata da quattro avatar maschili. Impossibile rimanere indifferenti di fronte allo choc che ha vissuto, nonostante si trattasse di un fatto “virtuale”.
Questi sono soltanto i primi episodi della nuova realtà virtuale proposta da Meta, nella quale ognuno/a è dotato/a di una ubiquità ancora difficile da concepire per i/le più. In Italia, come sempre, se ne parla ancora poco, ma stiamo iniziando a porci delle domande. Massimo Gaggi è uno qui questi e, in un articolo su Il corriere della sera di qualche giorno fa, conclude con un’importante raccomandazione che vogliamo condividere. Studiare per tempo i nuovi mondi virtuali e introdurre vincoli etici minimi è indispensabile per non esporsi al rischio di patologie sociali — come il bullismo digitale — pericolosamente più insidiose di quelle che abbiamo conosciuto finora nell’era di internet.
E non è una novità che prevenire sia meglio che curare.